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Channel: Franco Gigante – La Prima Pagina

Cia Puglia: “Rischio mortale per l’agricoltura col nuovo ceppo della xylella

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Bari. “L’individuazione, a Triggiano, di sei alberi di mandorlo positivi al batterio della Xylella fastidiosa subspecie fastidiosa è un monito: bisogna eradicare subito il nuovo ceppo del batterio, che è capace di aggredire anche la vite. Se ciò accadesse, sarebbe un colpo mortale sull’agricoltura pugliese”.

Gennaro Sicolo, presidente CIA Puglia e vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani, commenta con queste parole la notizia diffusa giovedì 22 febbraio dall’Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia.

“Nello stesso tempo, occorre rafforzare tutti gli strumenti e le azioni di contrasto alla subspecie pauca, con cui stiamo già facendo i conti da oltre 10 anni, attraverso un più deciso e sistematico sostegno alla ricerca scientifica, creando e rafforzando una rete internazionale capace di trovare soluzioni finalmente efficaci. I controlli effettuati permetteranno di affrontare subito il nuovo pericolo. L’Osservatorio Fitosanitario e l’assessore Donato Pentassuglia hanno fatto e stanno facendo un ottimo lavoro anche da questo punto di vista”, aggiunge Sicolo, “ma è evidente che sia il Governo nazionale sia l’Unione Europea debbano fare molto di più su contrasto e prevenzione alle dogane, per impedire che batteri e fitopatologie che arrivano su carichi e trasporti dall’esterno possano causare nuovi danni dopo quelli già causati dalla Xylella fastidiosa subspecie pauca. Serve unità di intenti per riuscire immediatamente a scongiurare il rischio mortale che, dopo gli olivi, la Xylella faccia danni anche su altre colture come i mandorli e la vite. Intanto esprimiamo la nostra solidarietà agli amici agricoltori che stanno affrontando questo nuovo incubo”.

“L’arrivo e la diffusione del secondo ceppo del batterio Xylella fastidiosa subspecie fastidiosa”, spiega Giannicola D’Amico, vicepresidente vicario di CIA Puglia, “rappresenta una ulteriore e grave ferita per l’agricoltura pugliese, nel quadro generale di un comparto già allo stremo da tempo. Bisogna porre rimedio alla scarsa efficienza dei controlli sui prodotti vegetali che entrano in Italia. Sappiamo di poter contare sulla determinazione che l’assessore Pentassuglia sta mostrando, ma questo è un problema per il quale la Puglia non deve essere lasciata da sola. Ci vuole unità di intenti, a tutti i livelli, con un impegno forte sia del Governo sia dell’Unione Europea per i controlli alle frontiere, lo stanziamento di nuove risorse, il rafforzamento dei protocolli in atto. CIA Agricoltori Italiani ha sempre fatto affidamento sulla scienza: Governo nazionale e Unione Europea sostengano la task force scientifica, in modo che la ricerca arrivi finalmente a soluzioni efficaci e applicabili”.

CIA Agricoltori Italiani di Puglia, come sempre, sarà al fianco degli agricoltori, delle istituzioni e degli istituti di ricerca scientifica per continuare a fare la propria parte nella lotta contro la Xylella che deve mobilitare tutti, ognuno per il proprio ruolo e le proprie possibilità, affinché questa piaga sia finalmente estirpata.


Convegno “Ponte empatico tra Italia e Albania” il 29 febbraio febbraio 2024 a Castellaneta

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Castellaneta. Un ponte di solidarietà tra Italia e Albania per celebrare l’amicizia e la speranza, un’iniziativa per unire culture, arte e professioni verso un futuro di pace e collaborazione.

Il 29 febbraio febbraio 2024 si tiene presso la sala convegni dell’Istituto “Mauro Perrone” a Castellaneta, con inizio alle ore 10:00, un evento senza precedenti destinato a segnare un momento significativo nella storia delle relazioni tra i due popoli dell’Italia e dell’Albania, organizzato dalla comunità L’Incontro di Castellaneta che, con i suoi 55 anni di impegno e dedizione, di cui 33 al servizio del popolo albanese, celebra un momento di profonda riflessione e di speranza per il futuro.

In questa occasione straordinaria, verrà svelato il busto di Giorgio Castriota Scanderbeg, eroe albanese che ha giocato un ruolo cruciale nella difesa dell’Europa dagli ottomani, nella piazza a lui dedicata. Questo evento va oltre il semplice omaggio storico: è un’opportunità per analizzare il prezioso legame tra le due Nazioni, un legame fatto di solidarietà, speranza e fiducia reciproca.

All’evento partecipano Damiano Ottomanelli (Presidente della Comunità “L’Incontro”), Gianbattista Di Pippa (Sindaco di Castellaneta), Vita Surico (Dirigente scolastico dell’Istituto “Mauro Perrone”) e intervengono Anita Briti (Ambasciatrice albanese a Roma), Lulieta Serbo (Direttrice di Pneumologia Infantile presso l’Università di Tirana), Deshnor Dervishi (già Ambasciatore albanese a Roma e a Tel Aviv), Tritan Shehu (Membro del Parlamento Albanese, già Ministro della salute e degli esteri nel Governo albanese), Paola Dessì (Prefetto di Taranto), Mons. Angelo Massafra (Presidente della Conferenza Episcopale albanese e Arcivescovo di Scutari in Albania), Gabriele Gravina (Presidente Federazione italiana Gioco Calcio), Pietro Maria Fragnelli (Vescovo di Trapani, già vescovo di Castellaneta); moderatore è Giuseppe Romano (Presidente Pro Loco “Domenica Terrusi” di Castellaneta). Le autorità presenti si concentreranno sull’importanza degli aiuti materiali forniti nel corso degli anni, ma soprattutto sull’aiuto immateriale: empatìa e sostegno che hanno alimentato l’autostima e la fiducia nel futuro del popolo albanese. E ora, con la stessa determinazione e passione, si guarda avanti verso una nuova era di collaborazione e solidarietà.

«Se una famiglia di una piccola comunità è riuscita a costruire un legame così forte nella diversità, perché non possiamo estenderlo a due Popoli interi? – ha dichiarato Ottomanelli – Possiamo creare un ponte empatico che unisca Italia e Albania attraverso la cultura, l’arte, le professioni, per costruire un futuro di pace e prosperità; i governi possono cambiare, ma il legame tra i popoli rimane».

Questo evento non è solo un momento di celebrazione, ma anche di riflessione e azione: è un’opportunità per seminare il seme dell’empatia tra i giovani studenti, affinché possano coltivare la cultura della pace e della collaborazione, come ha sottolineato il fondatore: «La guerra non si discute, si costruisce».

Con questo spirito si apre una nuova era di collaborazione tra Italia e Albania: un progetto ambizioso che mira a svilupparsi attraverso una collaborazione permanente, coinvolgendo le comunità, le istituzioni e gli individui di entrambi i Paesi; è un invito a tutti coloro che credono nel potere della solidarietà e della pace a unirsi a questa missione per un futuro migliore.

Questo convegno non è solo una celebrazione momentanea, ma il primo passo verso un cammino lungo e significativo: è un invito a tutti a guardare oltre le frontiere e a costruire ponti di solidarietà e speranza, perché insieme si può creare un mondo in cui la pace e la collaborazione sono la norma, non l’eccezione.

Pietro De Padova sarà in consiglio nella nuova Camera di Commercio Brindisi e Taranto per Cia Due Mari

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Taranto. Toccherà al presidente Pietro De Padova dell’area Due Mari Taranto-Brindisi rappresentare la Cia nel consiglio della nuova Camera di Commercio di Brindisi e Taranto.

Nella Cittadella delle Imprese di Taranto ha avuto luogo il 29 febbraio 2024 l’elezione del presidente Vincenzo Cesareo e l’insediamento del nuovo consiglio camerale composto da 33 membri che resteranno in carica per i prossimi 5 anni.

«Ringrazio per la fiducia riposta nei miei confronti e a nome dell’organizzazione che rappresento porgo sinceri auguri di buon lavoro al nuovo presidente Cesareo e a tutti i membri del consiglio camerale», ha dichiarato il presidente Pietro De Padova dell’area Due Mari di Cia Agricoltori Italiani di Puglia.

«Lavoreremo per rilanciare il comparto e lo faremo con la serietà e l’esperienza che da sempre ci contraddistingue – ha aggiunto De Padova – Promuoveremo una serie di iniziative volte a raccordare il settore agricolo con quello agroindustriale. Lo faremo, su impulso del presidente, strizzando l’occhio anche a commercio e turismo».

La neonata Camera di Commercio di Brindisi e Taranto, nuovo soggetto giuridico derivante dall’accorpamento dei due vecchi enti camerali (Brindisi e Taranto), costituito ai sensi del decreto del ministro dello Sviluppo economico del 16 febbraio 2018, diventa così la seconda in Puglia dopo quella di Bari; ha sede legale a Taranto e avrà due sedi operative: una a Taranto e una a Brindisi.

Avviata procedura per riattivazione diga Pappadai ma la zona occidentale della provincia di Taranto attende risposte concrete

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Taranto. “Dagli organi di stampa, apprendiamo con soddisfazione la notizia che sono state avviate le procedure di gara per la riattivazione della diga Pappadai e del sistema Irrigazione Salento, con la possibilità di invasare circa 20 milioni di metri cubi di acqua. Nel frattempo però restiamo in attesa di novità circa una serie di interventi, da tempo invocati, utili al territorio della provincia di Taranto”.

Con la stagione irrigua ormai alle porte, l’area Due Mari di Cia Agricoltori Italiani di Puglia torna a sollecitare gli enti preposti, chiedendo a gran voce interventi concreti sul versante occidentale della provincia di Taranto.

“Chiediamo di ammodernare la rete del canale adduttore che dalla diga di San Giuliano (in Basilicata) porta l’acqua in Puglia fino a Palagianello” – ha chiarito la Cia – Si tratta di una infrastruttura vetusta, risalente agli anni ’60, mai ammodernata, scarsamente manutenuta e che oltre a far registrare diverse perdite lungo il percorso di circa 35 km, presenta tante criticità, come la modalità di vettoriamento delle acque a cielo aperto con tutte le conseguenze annesse e connesse. Inoltre, chiediamo il ripristino del prelevamento delle acque dal fiume Bradano per immetterle nella rete adiacente, che consentirebbe in caso di emergenza di avere una dotazione immediata di base di circa 200 litri al secondo; chiediamo la realizzazione di una vasca di recupero in zona Chiulli a Castellaneta, nei pressi della presa IV, per evitare lo spreco di acqua proveniente dalla diga di San Giuliano nei momenti di minore attingimento da parte degli utenti; chiediamo il monitoraggio e presa in gestione degli impianti di produzione delle acque reflue ottenute dai vari depuratori presenti sul territorio (ad es. Castellaneta, Ginosa, ecc…) per immettere le stesse, ove possibile, negli impianti consortili; chiediamo il censimento dei pozzi esistenti ed inutilizzati di Acquedotto Pugliese e la richiesta di uso degli stessi per immissione di acqua nelle condotte consortili dove non vi sono alternative valide per l’irrigazione dei campi; infine, chiediamo il monitoraggio di tutta la rete degli acquedotti rurali con relativa riparazione delle perdite esistenti e di valutare l’opportunità di ridimensionare ed adattare il vecchio progetto fiumicello per accumulo di acqua”.

Purtroppo continua il silenzio da parte di tutti gli enti preposti e della politica anche rispetto ad una delibera CIPE mai revocata (la numero 55 del 2014 e successiva rimodulazione del 9/04/2015) – ha proseguito la Cia – La delibera stabiliva di assegnare risorse pari a 8.192.000 euro per la realizzazione di un invaso nel versante occidentale della provincia di Taranto, precisamente nel territorio di Castellaneta. Tali risorse giacciono inutilizzate presso il Ministero per carenza di progettualità e a nostro avviso, previa autorizzazione del ministero stesso, potrebbero essere utilizzate proprio per gli interventi da noi descritti”.

Il Ministero convoca il tavolo di Granaio Italia e Cia Puglia esulta per l’attivazione subito

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Bari. “Il Sottosegretario all’Agricoltura, Patrizio Giacomo La Pietra, ha convocato il tavolo ‘Granaio Italia’ per mercoledì 13 marzo, alle ore 11, al Ministero dell’Agricoltura. È la notizia che aspettavamo e auspicavamo da tempo. Siamo fiduciosi sul fatto che il Governo sia pronto ad accogliere la nostra richiesta di attivazione del Registro Telematico e di tutti i controlli e le misure utili a restituire garanzie di piena tracciabilità per il grano e assicurare al prodotto italiano e ai nostri cerealicoltori le necessarie tutele atte a salvaguardare e valorizzare il vero made in Italy”.

Gennaro Sicolo, presidente di CIA Puglia e vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani, accoglie con soddisfazione la decisione assunta dal Mipaaf e comunicata dal Sottosegretario La Pietra. “Con La Pietra, in tutti questi mesi estremamente difficili per l’agricoltura italiana, abbiamo sempre mantenuto un dialogo e un confronto proficui e serrati”, aggiunge Sicolo. “CIA Puglia, assieme naturalmente al livello nazionale di CIA Agricoltori Italiani, ha fortemente lavorato affinché si arrivasse alla convocazione del 13 marzo per porre finalmente un punto sulla questione del grano, che sta assumendo aspetti oscuri e inquietanti, con l’aumento spropositato nelle ultime settimane delle importazioni da Paesi come Turchia, Russia e Ucraina e il vero e proprio crollo delle quotazioni del grano duro italiano. Lo ripeto: questa specie di guerra sotterranea al grano italiano va fermata, perché tante aziende cerealicole hanno deciso di non seminare e tutto questo sta già causando una crisi senza precedenti. Serve maggiore trasparenza sui mercati e il riconoscimento dei costi ai cerealicoltori italiani”.

Infrastrutture vecchie, scarsa manutenzione e acqua per irrigazione troppo cara: in Puglia agricoltori di serie B

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Taranto. «Gli agricoltori pugliesi hanno gli stessi diritti di quelli lucani eppure in Basilicata si continua a ricevere trattamenti migliori: l’acqua proveniente dalla diga di San Giuliano, infatti, in Basilicata è già disponibile dalle scorse settimane ad un costo di 5 centesimi a metro cubo, invece per gli agricoltori pugliesi che la utilizzano per un periodo ridotto (pochi mesi nel corso dell’anno) costa oltre 4 volte di più. Il tutto, mentre si resta in attesa di scoprire se, quando e come partirà la stagione irrigua 2024 in provincia di Taranto».

L’allarme è lanciato dall’area Due Mari di Cia Agricoltori Italiani di Puglia, in seguito ad un sopralluogo tecnico effettuato nei giorni scorsi nell’agro di Castellaneta e di Ginosa, in provincia di Taranto.

«Mentre nel territorio di competenza del consorzio di bonifica “Stornara e Tara” non si esegue manutenzione dei canali di bonifica e dei canali di scolo e non si costruiscono valide alternative per contenere le acque che vanno a finire in mare, assistiamo inermi al diverso trattamento degli agricoltori della Basilicata rispetto a quelli della Puglia», ha commentato il direttore Vito Rubino.

«I canali del Tarantino sono sporchi – hanno rimarcato dalla CIA Due Mari – e versano in totale stato di abbandono, nonostante gli uffici preposti del consorzio di bonifica “Stornara e Tara” hanno a disposizione personale e mezzi che sono fermi, che si potrebbero utilizzare per la pulizia delle condotte, e che invece sono “parcheggiati” ai caselli in attesa che la burocrazia e i burocrati perfezionino i passaggi al nuovo Consorzio Unico, nonostante gli agricoltori stiano regolarmente pagando il tributo 750 manutenzione impianti irrigui. A nostro avviso non c’è più tempo da perdere: la politica deve intervenire rapidamente dando priorità alle operazioni di pulizia delle condotte prima della imminente stagione irrigua.

Peraltro, sono state perse diverse occasioni con le quali, tramite i fondi ministeriali o quelli del Pnrr, si sarebbero potute prevedere oculate opere di ammodernamento degli impianti risalenti al 1960, anche affidandosi a strutture specializzate esterne al consorzio capaci di fornire opere chiavi in mano e progetti esecutivi, considerato che “Stornara e Tara” non dispone di progetti immediatamente cantierabili e di personale specializzato, volto a predisporre opere di progettazione. Invece si è preferito far trascorrere il tempo senza risolvere i problemi, considerando che il commissariamento dei consorzi ad opera della Regione Puglia ormai dura ininterrottamente da oltre venti anni».

Particolarmente drammatico, inoltre, appare il quadro del comparto descritto dal presidente Cia Due Mari Pietro De Padova.

«Siamo preoccupati perché nel corso del 2023 le nostre imprese agricole hanno dovuto fronteggiare costi elevatissimi e problemi di prodotto invenduto rimasto sulle piante – ha concluso il presidente – Attendiamo vigili, insieme ai nostri associati, auspicando in un repentino cambio di rotta che modifichi l’attuale stato delle cose, in caso contrario non escludiamo di scendere in piazza per far emergere la gravità di quanto ampiamente evidenziato».

Cia Due Mari sprona la Provincia di Taranto: «Quando partono i lavori sulle sp11 e sp12?»

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Taranto. Un’altra lettera, scritta a distanza di un mese dalla precedente, protocollata all’attenzione del presidente della Provincia di Taranto Rinaldo Melucci e del responsabile del settore Viabilità Aniello Polignano.

Cia Due Mari resta sul pezzo e lamentando assenza di risposte e di interventi concreti torna a spron battuto sull’argomento sicurezza stradale nel Tarantino.

«Vogliamo risposte concrete circa le attività di pulizia dei cigli stradali lungo le arterie provinciali 11 e 12 (nel territorio di Castellaneta) e, qualora non dovessero pervenire, ci riserviamo di scrivere nuovamente, anche a cadenza mensile, valutando l’opportunità di scendere in strada pacificamente per protestare al fianco dei tanti nostri associati».

Nella sua lettera, firmata dal presidente Pietro De Padova e dal direttore Vito Rubino, Cia Due Mari sottolinea il suo spirito costruttivo ma allo stesso tempo l’esigenza di garantire a tutti gli automobilisti il diritto alla sicurezza stradale.

«In rappresentanza dei tanti nostri associati – hanno riferito De Padova e Rubino – chiediamo quando le strade provinciali 11 e 12 saranno contemplate nel cronoprogramma stilato nei primi giorni di febbraio dalla ditta incaricata dalla Provincia di Taranto per eseguire tali attività di manutenzione. Da diverso tempo, ed in più occasioni, abbiamo segnalato lo stato di incuria in cui versano alcune strade del territorio occidentale e orientale della nostra provincia. Nello specifico parliamo della provinciale 11, in agro di Castellaneta: in alcuni punti è disconnessa, piena di buche (anche a seguito delle ultime piogge) e pericolosa per la circolazione (nei pressi di una curva ed in pendenza). Inoltre, presenta numerosi restringimenti della carreggiata a seguito della vegetazione che invade la sede stradale e di notte, spesso e volentieri, viene percorsa da cinghiali».

«Analoga situazione di restringimento carreggiata e di pericolosa presenza di fauna selvatica – ha aggiunto la Cia – interessa la strada provinciale 12 con l’aggravante della presenza di buche molto profonde in prossimità delle curve. Sottolineiamo ancora una volta l’assenza di pulizia delle cunette e sfalcio delle erbacce in particolari tratti delle due strade e ricordiamo che queste operazioni sono obbligatorie per legge entro i termini previsti dal piano di azione e contenimento della Xylella fastidiosa varato dalla Regione Puglia, attualmente in vigore per contenere il vettore».

«Confidando ancora nel buon senso di tutti gli attori preposti, auspichiamo che con questa ulteriore missiva, possano essere programmati in tempi brevi interventi risolutivi. Il nostro intento – ha concluso Cia Due Mari – è unicamente quello di vincere lo stato di inerzia e abbandono in cui versa parte del nostro territorio, garantendo a tutti gli automobilisti il diritto alla sicurezza stradale».

Cittadini vittime dei cinghiali e succubi della burocrazia: la situazione è fuori controllo! Allarme per la stagione turistica

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Taranto. «Danneggiano i campi, distruggono protezioni, infrastrutture e colture. Minacciano i centri abitati e mettono a repentaglio la sicurezza stradale. L’emergenza cinghiali in Puglia e nel Tarantino ormai è fuori controllo. Non è una novità ma adesso la misura è davvero colma».

L’area Due Mari di CIA Agricoltori Italiani di Puglia torna a sgolarsi sul tema “fauna selvatica”. Alla luce degli ultimi episodi registrati nel Tarantino, con branchi di cinghiali affamati in pieno centro a Castellaneta Marina e in azione distruttiva nelle campagne limitrofe, la CIA batte i pugni sul tavolo contestando aspramente una serie di rimpalli di responsabilità che finora, purtroppo, non ha fatto altro che mortificare il territorio.

Settore agricolo in ginocchio, percezione di sicurezza sotto i tacchi sulle strade provinciali e comunali-rurali, in particolare al calar delle tenebre. Paura nei centri abitati e primi segnali d’allarme per il settore turistico in vista dell’imminente avvio della stagione estiva a Castellaneta Marina e Marina di Ginosa.

«I cinghiali imperversano indisturbati, sono in continuo aumento e ormai raggiungono porzioni di territorio, centri abitati compresi, fino a poco tempo fa mai intaccate dall’emergenza.

Il tutto avviene quotidianamente mentre solite lungaggini burocratiche frenano l’azione dei tanti attori coinvolti nella vicenda: il Governo, la Regione, gli Atc, le associazioni venatorie. Meriterebbero un capitolo a parte, invece, gli “spettatori da divano” iscritti alle tante associazioni ambientaliste e animaliste: la loro arcigna difesa dei cinghiali cozza inesorabilmente non solo con la tutela del comparto agricolo ma anche con la sicurezza stradale, la salute e l’incolumità fisica dell’uomo. Pontificano, sentenziano e agiscono con i paraocchi, sottovalutando invece il danno ambientale che un animale onnivoro e non originario del nostro territorio (è giusto ricordarlo) può causare alla nostra vera fauna e microfauna selvatica (volpi, tassi, istrici, faine, lepri, ricci, ecc..)».

Di questi ultimi aspetti e di tanto altro ancora se ne parlò esattamente un anno fa nel corso di un convegno sulla fauna selvatica organizzato dalla CIA alla presenza di ospiti illustri: politici, dirigenti regionali e docenti universitari asserirono che l’emergenza cinghiali in Puglia aveva ormai assunto i connotati di una vera e propria pandemia.

«A distanza di un anno la situazione è drasticamente peggiorata e i numeri sono in continua ascesa. Abbiamo anche registrato incidenti mortali causati da attraversamenti killer di cinghiali e non riusciamo ancora a comprendere il perché di reiterati scaricabarili tra chi ha la vera competenza nella gestione di questa emergenza.

In Puglia, le attività di abbattimento selettivo non sono ancora state avviate perciò è evidente che qualcosa non ha funzionato. Notizia dell’ultim’ora è che, probabilmente, partiranno il prossimo 19 marzo e si concluderanno il 15 luglio. Per ora, si potrà cacciare solo con la tecnica dell’appostamento fisso e pertanto ci chiediamo se tali disposizioni basteranno a contenere l’intera emergenza.

E mentre continua il ping-pong tra Regione e ATC circa le aree rurali in cui si potrà cacciare, i cinghiali ormai hanno raggiunto pericolosamente i centri abitati.

Non c’è più tempo da perdere: la politica ha il dovere di rispondere subito con responsabilità ed atti concreti. Bisogna dare vigore al piano di abbattimento varato dalla Regione Puglia e ognuno deve fare la propria parte anche per snellire un iter forse troppo farraginoso e semplificare le procedure di difficile applicazione.

Alla luce di quanto descritto una domanda sorge spontanea: non è che le procedure burocratiche vengano sempre di più rese farraginose per scongiurare la reale applicazione in campo del piano di contenimento, per non scontentare ambientalisti ed animalisti?


Summer of Job a Castellaneta (Taranto) il 21 e 22 marzo fasi di selezione e inserimento di candidati nelle strutture ricettive del territorio

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Castellaneta. Con delibera di giunta 36/2024 l’Amministrazione Comunale di Castellaneta promuove e supporta il progetto “Summer of Job” ideato con gli Assessorati alle Politiche Attive del Lavoro (Francesco Rotolo) e del Turismo (Anna Molfetta).

Due giornate di recruiting in collaborazione con le strutture ricettive del territorio, in cui domanda e offerta lavorativa avranno modo di incontrarsi presso la “Casa del Parco” in via dell’Assunta a Castellaneta.

I candidati potranno accreditarsi e sostenere colloqui lavorativi in vista della stagione estiva, ormai alle porte, rispettando il seguente programma: giovedì 21 marzo, dalle ore 9.00 alle ore 13.00 a cura dell’Istituto Istruzione Superiore “Mauro Perrone” e dalle ore 14.00 alle ore 18.00 candidature libere; venerdì 22 marzo, dalle ore 9.00 alle ore 13.00 con l’Istituto Istruzione Superiore “Quinto Orazio Flacco” e dalle ore 14.00 alle ore 18.00 candidature libere.

L’emergenza cinghiali sui tavoli della Regione Puglia e per Cia Puglia la burocrazia deve lasciare il campo ad azioni concrete

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Bari. L’emergenza cinghiali arriva sui tavoli del consiglio regionale pugliese.

Giovedì 21 marzo a Bari c’era anche Cia Agricoltori Italiani di Puglia, rappresentata dal vicepresidente regionale vicario Giannicola D’Amico e dal direttore dell’area Due Mari Vito Rubino, all’audizione regionale congiunta tra II e IV commissione convocata su input dei consiglieri regionali tarantini Antonio Paolo Scalera, Massimiliano Di Cuia e Renato Perrini, in seguito agli ultimi incidenti stradali verificatisi nella provincia ionica.

Al tavolo istituzionale, coordinato dai due presidenti di commissione Enzo Di Gregorio e Francesco Paolicelli, erano seduti tutti gli attori principali chiamati a fronteggiare l’emergenza: la Regione, con la sua parte politica e quella dirigenziale, gli ambiti territoriali di caccia delle varie province pugliesi, le associazioni venatorie, quelle agricole e quelle animaliste.

Cia Puglia, che da anni si batte per fronteggiare l’emergenza cinghiali a difesa del comparto agroalimentare e della sicurezza stradale, tramite le parole del suo vicepresidente regionale vicario Giannicola D’Amico, ha evidenziato l’esigenza di spingere sull’acceleratore del piano regionale dell’abbattimento selettivo. Inoltre, ha rimarcato l’urgente necessità di riformare la legge sulla caccia numero 157 del 1992: una legge vecchia di 32 anni che, su impulso della Regione Puglia, potrebbe essere portata all’attenzione del Governo per poi essere rivista e adeguata ai giorni nostri.

«Serve introdurre un sistema di monitoraggio e un censimento dei cinghiali su tutto il territorio e promuovere la filiera della carne di cinghiale», ha poi aggiunto D’Amico, dando merito al lavoro svolto finora dall’assessorato regionale all’Agricoltura ma allo stesso tempo spronando all’azione quello all’Ambiente, per quanto di propria competenza.

«L’emergenza – ha aggiunto Cia Puglia – ci obbliga a passare dalle parole ai fatti e la burocrazia deve lasciare il campo ad azioni concrete. Va tutelata la salute, la sicurezza dei cittadini e il futuro del comparto agricolo senza anteporre alcuna tematica ambientale o obiezione animalista.

Ormai assistiamo ad uno strano fenomeno che a nostro avviso deve farci riflettere: un eccesso di protezione verso la specie animale e la sottovalutazione dei pericoli verso l’uomo e l’agricoltura che il proliferare di certe specie sta determinando. Riteniamo sia grave che alla tutela della vita umana e alla salvaguardia di colture, produzioni e posti di lavoro si anteponga un approccio ideologico e contrario a priori a qualsiasi metodo per fermare la proliferazione senza controllo dei cinghiali».

La riunione, hanno riferito i presidenti Di Gregorio e Paolicelli, sarà riconvocata a breve permettendo anche ai vertici del settore regionale della Sanità di partecipare al grande tavolo di discussione.





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